C'è sempre un Klitschko
Match come detto privo di storia. Primi tre round che Klitschko tiene in pugno pur studiando l'avversario, poi dalla quarta c'è il cambio di ritmo, e per Briggs sono guai. Lo statunitense è sull'orlo del baratro soprattutto al settimo round, quando la campanella lo salva da una fine certa. Altro momento drammatico, Briggs lo vive nel decimo round: jab e destri continui di Klitschko, che combatte nella sua città tedesca adottiva dopo 11 anni e ci tiene a regalare alla gente la soluzione spettacolare. Briggs però non fa una piega, subisce e resiste. L'ultimo round è un calvario, ma alla fine per lui arriva il premio di restare in piedi. Oltre a quanto detto, i cartellini dei giudici spiegano tutto: 120-107, 120-107, 120-105.
"Ho provato di tutto per vincere prima del limite - spiega Klitschko -. Ho male alle mani, ma la sua capacità di incassare colpi è stata impressionante". Da Briggs complimenti al vincitore: "Ho combattuto contro Lewis e Foreman. Penso di aver combattuto uno dei match migliori della mia carriera, ma Vitali è troppo veloce, lui colpisce forte, più forte di tutti gli altri, è veramente un grande pugile".