Mayweather: Pacquiao non vuole i test antidoping e scappa
Floyd Mayweather Jr. accusa apertamente Manny Pacquiao del fallimento delle trattative per l'organizzazione dell'incontro per il titolo mondiale dei pesi welter originariamente programmato per il 13 marzo all'MGM Grand Garden di Las Vegas. Un incontro che opporrebbe quelli che sono ritenuti al momento i due migliori pugili di tutte le categorie. Secondo il pugile statunitense, che ha parlato per la prima volta pubblicamente della vicenda affidandosi ad un comunicato stampa, il management del suo avversario filippino (la Top Rank), che ieri aveva definito "morta" la trattativa, "ha negato alla gente di assistere al più grande combattimento di tutti i tempi". Mayweather si dice "profondamente disgustato" davanti all'accusa rivoltagli da Top Rank, che secondo lo statunitense cerca solo di scaricare su altri le sue responsabilità. L'incontro è saltato perché le parti non hanno trovato un accordo sulle procedure antidoping: Pacquiao rifiuta infatti di sottoporsi ad una serie di test sul sangue richiesti da Mayweather presso la commissione atletica del Nevada. "La gente saprà però leggere le bugie che loro tentano di nascondere con del fumo", dice Mayweather. "Io sono pronto a firmare il contratto e Manny dovrebbe finirla con le scuse e decidersi a combattere". Il management di Mayweather aveva inizialmemte chiesto test ripetuti fino al giorno dell'incontro, mentre dall'angolo di Pacquiao si chiedeva di sospenderli per i 30 giorni precedenti il match. Mayweather ha poi detto di avere accettato un compromesso sulle due settimane, ma il filippino ha rifiutato. "La verità è che loro non vogliono questi test", dice Mayweather. Contro di lui si è però scagliato anche l'ex manager Bob Arum, ora capo di Top Rank: "E' solo un vigliacco che ha paura di combattere contro chiunque abbia la minima possibilità di batterlo", ha detto Arum.