Egregi Signori,
diversamente dal passato più o meno recente, tempo in cui il Karate (nato nei boschi di Okinawa) era considerato una disciplina praticata da rozzi ed incolti, oggi il pianeta Karate brilla per finezza intellettuale e si distingue per le dimensioni culturali cui ha saputo assurgere negli anni.
Ho detto “considerato” perché in realtà, come ben sapete, Funakoshi Gichin era maestro di scuola, poeta e artista di Shodoo e quindi in grado di fare apprezzare ai giapponesi, che praticavano le arti marziali “nobili”, anche le tecniche di Okinawa. (Diversamente, Motobu Choki, contemporaneo di Funakoshi, data, la scarsa cultura, ebbe poca o nulla fortuna in Giappone).
Tuttavia, al di là dei vari pregiudizi e delle diffuse disinformazioni relative al Karate, al suo significato e alla sua storia, modestia a parte, il sottoscritto è stato uno dei primi in Italia a promuovere questo straordinario decollo che ha portato la disciplina suddetta ai livelli di apprezzamento di cui oggi gode ampiamente. (Vedasi allegato).
Per questo motivo, il sottoscritto invita tutti i praticanti ad allargare ulteriormente gli orizzonti culturali ed intellettuali esprimendo apprezzamento a trecentosessanta gradi per tutte le espressioni che pongono il Karate su piani sempre più alti di consenso globale.
A questo proposito sono a suggerivi di leggere un romanzo thriller eccezionale di Ralph Colemann, “L’indice di Raffaello”, non solo apprezzabile per le sue qualità intrinseche dal punto di vista narrativo e letterario, ma anche per il fatto che la protagonista principali (Helena, ricercatrice Universitaria nel campo dell’arte Rinascimentale) è cultrice di Arti Mazziali Orientali, ed in particolare grande esperta di Karate. Costei coglie ogni occasione per mettere in luce le straordinarie qualità di tale disciplina.
Tra l’altro “L’indice di Raffaello” in oggetto è una storia molto avvincente al pari di tutte le altre dello stesso genere letterario, ma in più nasconde fra le righe rivelazioni incredibili e inquietanti...
Per saperne di più basta aprire il sito www.heraldeditore.it
Oppure digitare su Google: “L’indice di Raffaello”, oppure “Ralph Colemann”.
Sarei felice di sentire in seguito un vostro parere al riguardo.
Grazie, cari colleghi e Cordiali saluti,
M° Alberto Nigi (6° Dan).
Ho detto “considerato” perché in realtà, come ben sapete, Funakoshi Gichin era maestro di scuola, poeta e artista di Shodoo e quindi in grado di fare apprezzare ai giapponesi, che praticavano le arti marziali “nobili”, anche le tecniche di Okinawa. (Diversamente, Motobu Choki, contemporaneo di Funakoshi, data, la scarsa cultura, ebbe poca o nulla fortuna in Giappone).
Tuttavia, al di là dei vari pregiudizi e delle diffuse disinformazioni relative al Karate, al suo significato e alla sua storia, modestia a parte, il sottoscritto è stato uno dei primi in Italia a promuovere questo straordinario decollo che ha portato la disciplina suddetta ai livelli di apprezzamento di cui oggi gode ampiamente. (Vedasi allegato).
Per questo motivo, il sottoscritto invita tutti i praticanti ad allargare ulteriormente gli orizzonti culturali ed intellettuali esprimendo apprezzamento a trecentosessanta gradi per tutte le espressioni che pongono il Karate su piani sempre più alti di consenso globale.
A questo proposito sono a suggerivi di leggere un romanzo thriller eccezionale di Ralph Colemann, “L’indice di Raffaello”, non solo apprezzabile per le sue qualità intrinseche dal punto di vista narrativo e letterario, ma anche per il fatto che la protagonista principali (Helena, ricercatrice Universitaria nel campo dell’arte Rinascimentale) è cultrice di Arti Mazziali Orientali, ed in particolare grande esperta di Karate. Costei coglie ogni occasione per mettere in luce le straordinarie qualità di tale disciplina.
Tra l’altro “L’indice di Raffaello” in oggetto è una storia molto avvincente al pari di tutte le altre dello stesso genere letterario, ma in più nasconde fra le righe rivelazioni incredibili e inquietanti...
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Sarei felice di sentire in seguito un vostro parere al riguardo.
Grazie, cari colleghi e Cordiali saluti,
M° Alberto Nigi (6° Dan).