Piccirillo, il finale ha un sapore amaro
All'ultimo match della carriera, con in palio il titolo europeo dei superwelter, il 39enne pugliese non regge alla pressione del più giovane inglese Moore e finisce ko al terzo round
Un momento del match di Piccirillo WIGAN - Con il senno del poi, è legittimo affermare che Michele Piccirillo avrebbe fatto meglio ad evitare la trasferta inglese. Un campione come lui, da 17 anni una presenza costante del ring, spesso a livelli continentali e mondiali, avrebbe infatti meritato una migliore uscita di scena. Troppi 39 anni, troppi i 9 in meno di Jamie Moore, nuovo campione d'Europa dei superwelter: il pugile pugliese si arrende senza condizioni al terzo round, quando un violento gancio sinistro al fianco del britannico gli ha tolto il fiato e la voglia di lottare.
IL FATTORE ANAGRAFICO - ''L'età non c'entra nulla con la sconfitta - commenta Piccirillo dopo il match -. Il problema è che ho preso un colpo su una costola in precedenza lesionata e non sono riuscito a recuperare. Peccato, la preparazione era buona e nel corso del terzo round cominciavo a rubare il tempo al mio avversario''. Con tutto il rispetto per l'orgoglio del campione, l'analisi non è condivisibile. L'età c'entra e come: con un pugile inesauribile ma un po' monotono come Moore, il Piccirillo di un tempo avrebbe fatto fruttare la propria tecnica.
MATCH SENZA STORIA - Semplice la lettura del match. Si sa che per il pugliese le prime riprese sono le più pericolose. Moore, esaltato dall'incitamento dei tifosi di Wigan (a pochi km da Manchester), parte a a tutta. L'inglese boxa in guardia destra, e questo crea problemi al jab sinistro di sbarramento di Piccirillo, pescato già nel primo round da qualche sinistro insidioso. Nella seconda ripresa prime avvisaglie della fine. Piccirillo va giù su un colpo-spinta e viene ingiustamente contato: giusto invece il successivo conteggio, quando su un sinistro corto di Moore Piccirillo tocca il tappeto. L'epilogo nel terzo round. Piccirillo nella fase centrale riesce a trovare una linea di boxe che sembra frenare l'irruenza di Moore, poi il sinistro al fianco che cala il sipario su una carriera luminosa ma dal finale amaro.