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24 giugno 2010

Da boxe from belgium


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Sono molti anni che la Svizzera non presenta sui palcoscenici pugilistici internazionali un combattente di valore, dal ritiro del peso welter losannese Mauro Martelli nessun pugile rossocrociato è emerso anche solamente a livello continentale, gli organizzatori e i manager cercano di svolgere attività con un minimo di continuità, ma non è facile, i pochi pugili professionisti sono per la maggior parte provenienti dai Balcani e dal Nord Africa, quasi tutti i giovani entrano nelle palestre solo infiammati dall’entusiasmo per la kick e il full contact, la parte amatoriale è presso che confinata negli ambiti cantonali con sfide spesso simili a sagre paesane, quei pochi fighter che approdano alla boxe senza maglietta trovano spesso mille difficoltà a vivere di solo sport e sono destinati quasi sempre a chiudere precocemente la carriera senza aver minimamente la possibilità di capire quale sia il loro reale valore, nonostante tutte queste difficoltà, quel poco che viene fatto a livello organizzativo è sempre ben curato e promozionato come si deve, ovvio che manca la materia prima per fare uscire la boxe svizzera dal sottobosco degli sport minori.A livello globale e storico la Svizzera è riuscita ogni tanto a far emergere qualche pugile di gran livello, se tutto ciò viene rapportato al numero di pugili professionisti che hanno calcato i ring elvetici il risultato non è poi catastrofico, la maggior parte di essi è uscita dalla scuola pugilistica più famosa di Svizzera, quella di Berna, produttrice anche degli unici swiss-fighters che hanno avuto l’onore di rappresentare lo stato rossocrociato alle Olimpiadi, dove come unico risultato di rilievo va segnalata la semifinale nel 1948 del peso massimo Hans Muller, prima della seconda guerra mondiale nei tornei continentale si è spesso distinto il leggero Robert Seidel, avversario da pro di Marcel Cerdan e Cleto Locatelli, nei professionisti all time spicca la figura del duplice campione del mondo (nei piuma e nei leggeri) Frank Erne, nativo del cantone di Uri emigrato giovanissimo negli States, Erne professionista agli albori del 900 si è conquistato un posto tra le leggende di questo sport, riuscendo a centrare la doppietta iridata sui ring di New York, il primo campione d’Europa svizzero invece è stato il welter Albert Badoud, parigino d’adozione, pugile che avrebbero potuto dettare legge in Europa per qualche anno se non fosse stato obbligato a fuggire negli States allo scoppio della prima guerra mondiale, ovvio che in Usa e senza l’appoggio organizzativo Badoud ha buttato via i migliori anni di carriera affrontando avversari più pesanti rimediando anche dure punizioni, al ritorno in patria c’è stato il passaggio di consegne con Louis Clement, pugile che dai welter ha spaziato fino ai mediomassimi, riuscendo anche a diventare campione d’Europa, dopo un black-out durato anni, agli inizi degli anni sessanta,tre fratelli bernesi, Paul, Ernest e Fritz Chervet riportarono interesse verso il pugilato, soprattutto con il più giovane Fritz, campione europeo dei mosca e validissimo contender mondiale, popolarissimo in patria, capace di riempire il famoso Hallenstadion di Zurigo nel secondo sfortunato assalto al thailandese Chionoi, match perso per una split decision all’epoca molto contestata, Chervet, in sedici anni di carriera è stato fiero rivale dei nostri Fernando Atzori, Franco Sperati e Franco Udella, per la boxe svizzera gli anni del ‘Grande Fritz’ sono stati i più importanti, con lui in cartellone il tutto esaurito era garantito, dopo il suo ritiro pochissima luce sui ring elvetici e pochi pugili da ricordare, il welter Mauro Martelli, ottimi risultati in Europa e due sfide mondiali nel palmares, il supermedio dal doppio passaporto Enrico Scacchia e sul finire degli anni 90 il cruiser di Sciaffusa, Stefan Anghern e il medio di Ginevra, Bernard Bonzon.


Nelle ultime classifiche europee pubblicate sono solo due i pugili svizzeri presenti, il peso medio, campione External Europe, Yves Studer e il welter ticinese Roberto Belge, entrambi veleggiano tra la dodicesima e diciottesima posizione del ranking, Studer, fighter imbattuto e l’idolo del Kursal di Berna, una delle poche strutture svizzere dove la boxe ha un buon richiamo di pubblico, il fighter seguito dal maestro Bruno Arati è stato sin qui saggiamente guidato con match tutti casalinghi e avversari misurati con il bilancino, stessa carriera in parallelo per il luganese Ruby Belge, discreto pugile dal buon bagaglio tecnico, alle spalle dei due alfieri del pugilato svizzero ci sono due ‘colonie’, quella di origina nordafricana e quella di provenienza balcanica, nella prima i personaggi di spicco sono il mediomassimo tunisino di Carouge, Sofiane Sebihi, buon colpitore e pugile piacevole da vedere, l’algerino Mohamed Belkacem, ex campione dei mediomassimi External Europe e l’ottimo peso welter Riad Menasria, che qualche anno fa sembrava lanciatissimo ma che ultimamente combatte a singhiozzo e sembra l’ombra del fighter ammirato fino al 2006, i pugili invece provenienti dalla ex Jugoslavia sono tutti combattenti sopra i 78 chili, i giovani Agron Dzila, originario del Montenegro e il potente peso massimo di etnia albanese Arnold Gjergjaj, più esperti sono i cruiser Sefer Seferi e Andrija Petric.


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