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2 dicembre 2008

CONDIZIONAMENTO TIBIE


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In molti ne hanno parlato e in molti continuano e continueranno a farlo, chi a sproposito, chi con qualche cognizione, ma, generalmente, ognuno sicuro di saperlo fare al meglio e in modo unico rispetto ad altri.
Io non criticherò, né tanto meno tenterò di dare un parere medico - anatomico sulla cosa, ma mi limiterò semplicemente a dire come, dopo anni di esperienza diretta e dopo molteplici allenamenti in Tailandia, io ho affrontato la cosa.
Come è risaputo, anche da chi non c’è mai nemmeno stato, in Tailandia, il condizionamento osseo muscolare comincia ad un’età giovanissima, quando il corpo è ancora in fase di formazione. Ed è proprio in questa fase di sviluppo che l’allenamento psico – fisico lì tenuto, va a formare l’atleta che poi crescerà, inevitabilmente, come combattente professionista con tutto ciò che ne consegue.
Questo è uno dei segreti principali del condizionamento osseo muscolare, tra le quali, ovviamente, rientrano, per gli amanti degli sport da combattimento, anche le tibie.
Il secondo "segreto" è il tipo di addestramento specifico nonché il ritmo delle sedute tenuto sempre ad un livello alto, almeno tra i combattenti di un certo livello. Un allenamento incessante e quotidiano, che non lascia spazio né tempo a molto altro se non alle necessità principali.
Questo è il fulcro della situazione. Quindi, a tutti coloro che, nonostante cambino gli anni e le generazioni, continuano a domandarsi e domandarmi come facciano quegli atleti dall’altra parte del mondo ad avere tibie così forti, credo diventi un po’ più chiara la situazione. Nessun miracolo che non sia quello già conosciuto del corpo umano, il quale si adatta alle situazioni che si vengono a creare e si evolve di conseguenza, nessun altro fantomatico stratagemma tramandato segretamente dagli anziani e rivelato soltanto agli adepti più meritevoli se non quello della macchina perfetta che è generalmente il nostro fisico.
Detto ciò, che può sembrare, ed è, semplice per quanto sia anche la verità, vorrei spendere ancora due parole per rispondere a tutti coloro che mi chiedono quale possa essere l’allenamento più idoneo per "rinforzare" le tibie.
Ebbene, non è mia intenzione scrivere qui programmi di allenamento o stilare modi particolari di esercizi, anche perché ogni atleta è differente e bisognerebbe prima capire che tipo di persona abbiamo di fronte per poter poi stilare un programma di base di allenamento che vada a crescere parallelamente alle capacità dell’allievo; ma mi limiterò a rivelare alcune verità scomode.
Se siamo già in età avanzata difficilmente si potrà arrivare ad avere quella capacità "tailandese" di assorbire e resistere ai colpi, poiché le ossa sono già formate e, anche se il fisico risponderà prontamente alle sollecitazioni procurate dall’allenamento, il punto di partenza rispetto agli atleti tailandesi che cominciano, come abbiamo detto, ad un’età giovanissima, è comunque differente.
Quello che porto vanti io con i miei allievi, sia nei programmi personali che nei percorsi di formazione, è un tipo di addestramento che ricalca molto i "modi" tailandesi, anche perchè è là dove generalmente mi alleno e sono cresciuto, anche se con opportune modifiche, non soltanto per la differente età di coinvolgimento degli atleti nonchè i decisamente differenti obiettivi, ma anche per il tempo dedicato che non è e non sarebbe comunque mai lo stesso di quello dei camp tailandesi.
Detto in breve, senza entrare troppo nello specifico per i motivi elencati prima, l’allenamento consigliato prevede un inizio di condizionamento leggero (con le protezioni quindi) intervallato nei modi e nei tempi dalla tecnica giusta (che è la cosa principale), dalle ripetizioni miste e miste alternate e dallo sparring condizionato e serie intervallate(sacco, vuoto, figura). Da questo si passerà poi ad un livello di condizionamento medio, che prevede quindi un addestramento binario costituito dalla base già formata e da perfezionare, e dall’inserimento di nuove serie specifiche (sacco, pao, paratibie singoli) . E qui cominciamo ad utilizzare di meno le protezioni. E infine, dopo altri successivi livelli intermedi, arriviamo al passaggio successivo che prevede un tipo di addestramento più evoluto senza protezioni. A questo, occiamente, andrà affiancato costantemente un idoneo programma di evoluzione a livello mentale - psicologica, nonchè, ovviamente, una corretta e sana alimentazione, e il mantenimento sano del fisico in generale, e, in particolar modo, delle parti soggette a condizionamento (massaggi, applicazione di oli specifici e tempi di recupero adatti).
Ovviamente l’intero processo non si esaurisce in un mese, in sei mesi o in un anno, ma in successive tappe che porteranno via il tempo necessario a sostenere il carico di lavoro. Questo non dipenderà né dalla volontà dell’allievo, né da quella del maestro, ma soltanto dall’effettività della pratica e dalla gradualità del processo di apprendimento, che è differente da persona a persona. Bruciare le tappe significa soltanto chiudere la porta ai miglioramenti, qualsiasi cosa si possa dire o fare o pensare.
Detto ciò chiudo qui per il momento. So che in molti non apprezzeranno, ma so anche che qualcuno sarà in grado di leggere tra le righe di questo intervento, e questo è già più di quanto si possa sperare; dopotutto non sono volutamente entrare nel particolare, già in troppi l'hanno fatto, comprese persone con più cognizioni mediche di me. Mi auguro soltanto che, mantenendomi sul generale, possano tutti arrivare a capire e apprezzare questo tipo di sport che, se ben fatti, portano soltanto delle migliorie al proprio equilibrio interiore.
Con questo vi saluto e vi rimando alla prossima.
Mr. T. Fury


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